PROTESTA CONTRO ERGASTOLO RISCHIANDO LA VITA

Attua lo sciopero della fame per protestare contro l’ergastolo, chiamato ostativo, rischiando, però, la vita. Desterebbero preoccupazione le condizioni di salute di un detenuto siciliano dell’istituto di pena di via Lamaccio che sta manifestando tutta la sua opposizione al fine pena mai (senza sconti) astenendosi dal nutrirsi e dal curarsi. A lanciare l’allarme il segretario provinciale Uil penitenziari Mauro Nardella, il quale descrive il quarantaduenne raccontando del suo viso scarno e della magrezza eccessiva , come “oggi si presenta agli occhi degli operatori penitenziari, ai quali offre spunti di enorme preoccupazione”. L’uomo avrebbe rifiutato, secondo Nardella, anche il ricovero in ospedale, cominciano a farsi preoccupanti tra i sanitari del carcere, i quali avrebbero registrato “nel corso dell’ultimo mese un calo ponderale di oltre 20 chili. Il che” spiega il sindacalista “unito anche all’aumentato rischio derivante dall’associazione dello sciopero della terapia e della sete, potrebbe portare al rischio di un rapido peggioramento delle sue condizioni”. Spiga, poi, Nardella che “la preoccupazione della Uil, come quella di tutti gli operatori penitenziari, ogno dall’ umana pietà, è che il detenuto, malgrado i ripetuti e sistematici tentativi di dissuazione fatti da tutti direttori, medici, infermieri, poliziotti penitenziari, educatori ed assistenti sociali, possa non arrivare all’appuntamento col TSO ancora in vita”. Una sorta di spada di Damocle, dunque, secondo Nardella, “rappresentano le condizioni del detenuto per tutti gli operatori penitenziari, i quali, quotidianamente, da diversi giorni, sono chiamati a svolgere un lavoro di vigilanza che non poco stress produce”. L’ ergatsolo ostativo è quella pena a vita che impedisce qualsiasi possibilità di abbreviazione della condanna, essendo stato inflitto per gravissimi delitti. In Italia sono circa 800 gli ergastolani ostativi, miolti dei quali in carcere da oltre 30 anni, puniti da un irrigidimento della normativa sull’ergastolo che fu introdotta negli anni 90, a seguito della famose stragi di mafia. Si tratta molto spesso di soggetti che hanno commesso efferati delitti in età giovanile ed ora, 50/60 enni ed oltre, non vedono alcuna speranza perchè finiscano la pena prima del termine della loro esistenza terrena.