INTORNO ALL’EREMO IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI

Intorno all’eremo il silenzio, non solo quello spirituale. Torna il presidente dell’associazione celstiniana, Giulio Mastrogiuseppe, ad accendere i riflettori sul caso dell’eremo di Sant’Onofrio a Sulmona ancora chiuso dal maggio 2010 con un’ordinanza sindacale per rischio frana. Lo fa con un’amara riflessione MNastrogiuseppe affidata a una lettera aperta in vista del 700Ā° anniversario della canonizzazione di Celestino V ā€“ San Pietro Confessore, tra soli novanta giorni, Ā il 5 maggio prossimo. Ricorda il presidente dell’associazione che Ā “la Ā ricorrenza di un evento storico importantissimo per le implicazioni religiose, spirituali, storiche e culturali rischia di trasformarsi nellā€™ennesima occasione persa per restituire alla nostra Sulmona il crisma di cittĆ  celestiniana per elezione”. Ripercorre le tappe da quella prima ordinanza che issĆ² lo sbarramento del sentiero che conduce al sacro luogo sulle pendici del Morrone (la n. 19 del 2010), seguita poi da quella del 21 maggio successivo che interdiceva lā€™accesso allā€™intera area, chalet di Santā€™Onofrio e tempio di Ercole Curino. “A tre anni da quellā€™evento al Comune di Sulmona tutto tace e, nonostante la nostra associazione si sia prodigata in tutti i modi per arrivare ad una soluzione di una vicenda che lo stesso Sindaco, a quanto riportato sulla stampa, definisce ā€œbizzarraā€, non si riesce a prevederne lā€™epilogo. Spiace sottolineare” continua “che la definizione che ne dĆ  il primo cittadino denota un atteggiamento che non fa onore nĆ© a lui nĆ© alla cittĆ , visto che sono di dominio pubblico le contraddizioni con cui la questione ĆØ stata affrontata dalla Giunta e dallā€™intero Consiglio Comunale”. Prosegue nella lettera Mastrogiuseppe, il quale incalza con un lungo elenco di zioni messe in campo senza perĆ² riuscire a sbloccare la situazione. “Nonostante i tavoli tecnici, le perizie ultra qualificate realizzate gratuitamente da illustri professionisti e da docenti universitari grazie allā€™associazione celestiniana e che diversamente, per inciso, avrebbero comportato per il Comune costi notevoli, nonostante il piano di sicurezza redatto sempre gratuitamente da un concittadino titolato, esperto e consulente di punta della Protezione Civile nazionale, nonostante lo stanziamento di somme per intervenire sul sentiero da parte della Provincia dellā€™Aquila, nonostante la lodevole proposta del Parco della Majella di fornire a proprie spese un sistema di controllo a sensori laser, nonostante questa situazione abbia di fatto escluso la localitĆ  dal progetto sullā€™eremistismo di cui dovevaessere il fulcro, realizzato dal Parco con i fondi della Fondazione Telecom, nonostante la Giunta Comunale abbia approvato a novembre del 2011 il progetto per lā€™istituzione del Distretto Culturale di Celestino, nonostante il sito sia stato piĆ¹ volte oggetto di atti vandalici e furti, nonostante il tempo trascorso e le intemperie abbiano provocato danni al fabbricato dello chalet e provocato la caduta di alberi che ostruiscono la carreggiata di accesso, a tuttā€™oggi nessun passo in avanti per la risoluzione del problema ĆØ stato compiuto”. Non dimentica poi la statua donata alla cittĆ , con grande sacrificio, dal Comitato ā€œTorna a Sulmona Celestinoā€, la quale “da due anni ĆØ relegata allā€™interna della Rotonda di San Francesco in attesa della collocazione definitiva. SarĆ  persa doppiamente qualora a quella data lā€™Eremo dovesse essere ancora negato all’affetto e alla devozione di tanti visitatori e turisti. Spero, insieme allā€™associazione e ai tanti amici e simpatizzanti, che da domattina lā€™amministrazione e lā€™intera cittĆ  si attivino per questo importante appuntamento, ne va della dignitĆ  di un intera collettivitĆ , perchĆ© ha poco senso pensare a progetti encomiabili come i Consorzi per istituire Destination Management Company o fare demagogia sugli enormi problemi della cittĆ  a ridosso delle elezioni se non siamo capaci di proteggere, rispettare e valorizzare le nostre risorse piĆ¹ preziose. Anche perchĆ©, permanendo questo stato di cose, ad un turista o a un pellegrino che dovessero fare visita alla cittĆ  cosa potremmo rispondere per giustificare questo stato di cose?”