IL SENTIERO IERI E OGGI
Domenica mattina, appuntamento a Piazza Capograssi, decidiamo di fare una breve escursione a Guado di Coccia da Campo di Giove così che saremo a casa per l’ora di pranzo. Saliamo sulle macchine e ci avviamoL’ordine di radunarci e partire arriva il giorno prima: -Domani saliremo a Campo di Giove, in quattro ore dovremo farcela, durante la notte saliremo a Guado di Coccia e, se tutto va bene, alle prime luci del giorno passeremo il fronte-. Lasciamo le macchine al parcheggio della seggiovia, Valter come al solito ci raggiunge dopo un quarto d’ora, ci infiliamo gli scarponi, zaino in spalla e partiamo, con Tonino che comincia a raccontare le sue barzellette. La guida ci accoglie vicino al Cimitero, in poche parole ci dice di rimanere uniti durante la marcia, se qualcuno si ferma o non ce la fa a proseguire dovrà vedersela da solo, non sarà aspettato. Il nostro gruppo è molto vario. Una famiglia di ebrei, il padre si è legato con degli stracci dietro la schiena il figlio più piccolo mentre la madre porta per mano la figlia più grandicella, alcuni prigionieri inglesi scappati dal campo di prigionia di Fonte D’Amore, un ufficiale dell’Esercito Italiano che era nascosto a Scanno ed alcuni confinati politici che vogliono raggiungere l’Italia liberata a sud. A metà strada incontriamo la neve gelata e dobbiamo mettere i ramponi, un paio di noi sono indietro a chiacchierare, mentre li aspettiamo facciamo uno spuntino. Cominciamo a camminare lungo uno stretto sentiero che dopo un po’ è ricoperto di neve gelata, è difficile non scivolare. Procediamo nella notte illuminata solo dalle stelle. Prima di attraversare un pendio ripido e pericoloso la guida ci dice di stare attenti ed ancora una volta ci ricorda che se qualcuno scivola giù non sarà soccorso, morirà congelato o bene che gli andrà sarà trovato dai Tedeschi. Riprendiamo a camminare mettendo i piedi sulle piccole tracce di quello che ci precede, la paura di scivolare è tanta. Siamo quasi arrivati al Guado, il vento fischia tra i piloni della seggiovia e alza la neve caduta ieri. Per fortuna è aperto il bar e ci riscaldiamo con un the, Qualche minuto per indossare le giacche e riscendiamo a valle. Prima di uscire dal bosco la guida ci fa improvvisamente fermare e sdraiare nella neve, sulla sella sta passando una pattuglia di soldati tedeschi, tutti guardiamo verso i bambini, la madre stringe la figlia, il padre ha messo una mano sulla bocca del figlio. I soldati si fermano, parlano tra di loro, il tempo si è fermato. Dopo lunghi minuti vanno via senza accorgersi di noi. Mentre eravamo a Campo di Giove ci hanno raccontato che qualche giorno fa un ufficiale italiano era stato ucciso da una pattuglia proprio in questo posto. La guida ci ordina di rialzarci e di correre sul tratto scoperto, le gambe ci fanno male per la sosta nella neve, i polmoni ci bruciano ma dopo ancora qualche metro cominciamo a scendere verso il fronte. Con un po’ di fortuna attraverseremo il fiume e saremo salvi.
Queste poche righe raccontano quello che è accaduto e quello che accade sullo stesso sentiero.
Il 27, 28 e 29 aprile il Sentiero della Libertà unirà questi due momenti. Roberto Bezzu