DI MAIO IN ABRUZZO, DALLA MONTAGNA AL MARE: UNA TERRA STUPENDA (video)

“Un viaggio dalla montagna al mare per mostrare all’Italia intera e a tutto il mondo le bellezze dell’Abruzzo”. E’ questo il senso dell’ultimo giorno di campagna elettorale per il vicepremier Luigi Di Maio che ha voluto chiudere la campagna elettorale mostrando a tutti le bellezze di una regione che domenica sarĆ  chiamata alle urne per rieleggere il Consiglio regionale. E’ arrivato alle 13.30 in punto alla base della funivia dell’Aremogna salendo sulla cabina che in pochi minuti lo ha portato agli oltre 2000 metri delle Toppe del Tesoro dove ha trovato ad attenderlo decine di sciatori che hanno voluto posare con lui per i selfie di rito. “Conoscevo questi posti ma vedere queste valli e questi monti dal vivo e con questa bella giornata di sole ĆØ una cosa davvero stupenda” ha sottolineato Di Maio. Dopo essersi congratulato con i gestori del comprensorio sciistico, ĆØ stato accompagnato in un breve tour per poi consumare un pranzo all’aperto a base di prodotti tipici: antipasto di formaggio e di salumi locali, cazzarielli e fagioli e polenta con le salsicce. Alla fine gli immancabili arrosticini che hanno fatto esclamare a Di Maio: “Sono davvero strepitosi”. Alle 15.30 ha ripreso la funivia ed ĆØ sceso fino alla stazione di partenza per poi riprendere il viaggio verso Pescara e poi in serata a Montesilvano per la chiusura della campagna elettorale. Prime domande sulle tensioni tra Italia e Francia. “Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia. Ma tendere la mano ma dignitĆ  non poter dialogare al di fuori di ā€œen Marcheā€, credo che sia sbagliato come concetto – ha spiegato il vicepremier – credo che su questo Macron debba tener presente che il governo italiano ha sempre collaborato con il governo francese anche nella totale divergenza su tanti temi”. “Macron ĆØ coerente con quello che sta facendo perchĆ© aveva nel suo programma delle presidenziali la non accettazione dei migranti economici. E non lo dico con ironia o con polemica – ha proseguito – poi siccome i migranti economici nascono quando ci sono problemi economici creati dai Paesi europei e determinati da politiche che rallentano lo sviluppo credo che la Francia come gli altri Paesi europei si debbano fare un esame di coscienza”.