75° DEL BOMBARDAMENTO ALLA STAZIONE. DON BERNARDO: CUSTODIRE LA MEMORIA PER SALVARE IDENTITA’ (video)

L’inferno del bombardamento angloamericano che il 27 agosto 1943 distrusse la stazione ferroviaria di Sulmona con una strage che costò 104 vittime è stato ricordato oggi pomeriggio, nel 75° anniversario di quella tragedia che diede inizio ad una terrificante sequenza di bombardamenti ed eccidi che sconvolsero la città di Sulmona e il comprensorio peligno. Altro sangue e altri lutti furono seminati infatti nel febbraio e maggio del 1944. La commemorazione di quella tragica giornata del 27 agosto è iniziata con la celebrazione di una messa, nella chiesa della Madonna Pellegrina, che venne costruita sul luogo del bombardamento, conosciuto da sempre come il “Boschetto”. “Ma oggi dove sono i giovani?” si è chiesto nell’omelia della messa commemorativa il parroco della chiesa della Madonna Pellegrina, don Bernardo Rzepecky. Il sacerdote ha avvertito infatti che ormai è sempre più forte il rischio che anche la nostra comunità perda memoria, radici e identità. “Forse i giovani in questo momento sono davanti ad un computer, aspettando magari di dare o ricevere un like – ha proseguito don Bernardo – ma se i giovani trascurano la memoria la responsabilità è anche di noi adulti. Dobbiamo allora muoverci per trasmettere valori e per non perdere tutto quello che abbiamo”. A conclusione del rito religioso, con una chiesa affollata di autorità civili e militari, ma anche da alcuni superstiti e testimoni di quel tremendo fatto, il vice sindaco Nicola Angelucci e il presidente del Consiglio comunale, Katia Di Marzio, hanno deposto una corona d’alloro ai piedi del monumento eretto a ricordo delle vittime civili dell’eccidio. Le fortezze volanti cominciarono a sorvolare la stazione intorno alle 11.15 di quel triste mattino – hanno ricordato alcuni testimoni – colpirono la stazione ed il boschetto dove la gente che sostava lungo la linea ferroviaria e nel piazzale aveva cercato riparo”. Poi cominciò la triste processione di autoambulanze e vetture di fortuna per trasportare i feriti nell’ospedale dell’Annunziata. Scene di grande dolore segnarono quel giorno. Sulmona soccombeva per la prima volta alle bombe. La guerra, fino a quel momento vissuta attraverso giornali e bollettini radiofonici, era arrivata in casa.