AREA EX MOBILIFICIO SCIPIONE NEL DEGRADO, PROTESTANO I RESIDENTI

Si trova all’ingresso di Sulmona, tra centri commerciali e abitazioni, in una zona in forte espansione commerciale. Da anni è in uno stato di completo abbandono in completo abbandono e di degrado. Il tetto che crolla continuamente, i muri che vanno sbriciolandosi, le erbacce e cespugli alti ormai come alberi che hanno sommerso l’intero stabile nascondendone buona parte alla vista, ratti e animali di ogni genere che si aggirano liberamente  all’interno di quell’area. Questo è lo stato in cui versa l’ex mobilificio Scipione, su viale della Repubblica di proprietà dell’Ater. Un biglietto da visita indecoroso che da tempo sta provocando segnalazioni e proteste dei residenti della zona. “Non ne possiamo più dello stato penoso in cui versa il vecchio mobilificio”, protesta un meccanico che ha l’officina proprio a ridosso dei muri dell’edificio. “il tetto già da tempo pericolante continua a crollare, per non parlare di topi e ratti che stanno invadendo la zona. Le erbacce ormai sono arrivate a occupare la strada provocando danni alle carrozzerie delle auto in transito. Il Comune deve intervenire immediatamente e fare qualcosa per fermare questo degrado provvedendo a ripristinare condizioni di decoro, di igiene e di sicurezza per questo immobile”. Dal Comune fanno sapere che pur volendolo fare hanno le mani legate perché l’edificio è di proprietà dell’Ater e senza la concertazione con l’ente non si può intervenire. A dire il vero è da anni che l’Ater ha proposto vari progetti per la riqualificazione dell’area Scipione. Piani di recupero urbano, Pianti integrati e altre iniziative che dovevano valorizzare la zona anche perché a pochi metri sorge il più importante centro commerciale della Valle Peligna. Al posto del mobilificio doveva da anni sorgere un villaggio residenziale: appartamenti con tutti i confort, costruiti secondo le più avanzate tecnologie per il risparmio energetico e per la prevenzione del rischio sismico. Progetti finora rimasti solo sulla carta mentre l’edificio continua a crollare nell’indifferenza di che ne è proprietario. Mentre la parte confinante che era parte integrante del mobilificio e che è stata acquisita da un privato, è stata sistemata da tempo, con la messa in sicurezza e con la realizzazione di una modernissima palestra. “Non riusciamo a capire come mai un’ala del complesso sia stata sistemata in tempi rapidi, mentre quella pubblica rimane da anni abbandonata e nel degrado”,concludono i residenti. “Come sempre c’è solo da pensare che quando c’è di mezzo la burocrazia e la politica tutto diventa più difficile e alla fine a rimetterci sono sempre i cittadini. Ma questa volta non siamo più disponibili a sopportare questa situazione per tanto tempo ancora e se l’edificio non sarà messo in sicurezza ci rivolgeremo alla giustizia”