COMITATI PER L’AMBIENTE, NON È VERO CHE I GASDOTTI SNAM SONO SICURI

“Snam Rete Gas continua a tranquillizzare i cittadini sostenendo che i propri gasdotti sono assolutamente sicuri. Ma la stessa è smentita dalla realtà perchè solo negli ultimi anni, più volte è accaduto che metanodotti costruiti e gestiti dalla Snam siano saltati in aria. Vedi, ad esempio Montecilfone, Tarsia, Tresana, Sciara, Mutignano di Pineto, Roncade, Ponte Presale di Sestino”. Lo affermano i Comitati dei cittadini per l’ambiente intervenendo nel dibattito che si è aperto sulla necessità di spostare il tracciato del metanodotto Brindisi -Manerbio e sulla centrale di compressione di Sulmona, che si vogliono realizzare in un territorio tra i più pericolosi per l’alto valore sismico.
“A Mutignano di Pineto, nel marzo 2015 si è sfiorata la tragedia e, cronaca di qualche giorno fa, per l’esplosione avvenuta”, proseguono gli ambientalisti, “e sono indagati diversi responsabili della società”.
“Circa l’affermazione secondo cui il tracciato della “Rete Adriatica” e l’ubicazione della centrale di compressione sarebbero stati scelti lontano dalle aree anche solo potenzialmente interessate da dissesti idrogeologici o sismici, ciò non è affatto vero perchè il megagasdotto, non solo corre in parallelo, ma in più punti interseca diverse faglie attive”. Secondo i comitati per l’ambiente, la stessa centrale di compressione è ubicata in un’area di massima sismicità a breve distanza dalla faglia del Morrone, silente da circa 1900 anni e, in merito alla quale, diversi esperti hanno messo in evidenza che nei prossimi anni un forte terremoto potrebbe colpire Sulmona e la Valle Peligna.
“La Commissione nazionale V.I.A. che ha esaminato il progetto presentato dalla Snam, nel prescrivere ulteriori studi di dettaglio per quanto concerne la sismicità – incalzano – ha scritto che essi si sono resi necessari per “ridurre la vulnerabilità della condotta”. Ridurre non vuol dire eliminare, il che significa che anche con tutti i possibili studi l’infrastruttura resta vulnerabile.”
“Non si riesce a comprendere perchè la Snam, pur potendo delocalizzare l’opera in aree meno pericolose, continui ad insistere sulla dorsale appenninica”, concludono i comitati dei cittadini per l’ambiente. “Le alternative all’attuale tracciato esistono. Perchè la Snam non accetta di discuterne nell’apposito tavolo tecnico-istituzionale richiesto dal Parlamento? Perchè la Snam, nel realizzare un’opera che serve ai propri interessi (rivendere il gas ad altri Paesi europei) vuole a tutti i costi esporre le popolazioni dell’Appennino a rischi ancora maggiori rispetto a quelli derivanti da possibili e purtroppo ricorrenti, disastrosi eventi naturali?”.image