AMBASCIATORE AUSTRALIANO AI SUOI CONNAZIONALI: “VENITE AL CAMPO78” (video)
Prima una cerimonia istituzionale di benvenuto a palazzo San Francesco, poi la vista al Campo78 di Fonte d’Amore, soprattutto alla baracca in cui sono stati detenuti i prigionieri australiani, e la promessa di un impegno per promuovere il territorio peligno ricco di storia e di bellezze architettoniche e culturali ai suoi tanti connazionali che ogni anno visitano l’Italia. La storia dalle grandi potenzialitĆ . E’ giunto a Sulmona questa mattina l’ambasciatore d’Australia a Roma, sir H.E.Mike Rann, accompagnato da sua moglie,Ā Sasha Carruozzo ( di origine italiana), e dalĀ Console dellāAmbasciata di Australia in Italia,Ā Louise Madeleine Smith,Ā ricevuti nella residenza municipale dal sindaco Giuseppe Ranalli e dalla sua vice, Luisa Taglieri (video) i quali hanno illustrato progetti, eccellenze e peculiaritĆ della cittĆ con le sue preziose testimonianze storiche. Successivamente la visita Ā alle baracche dell’ex campo di prigionia, nella frazione sulmonese, ai piedi del Morrone,Ā nei luoghi della memoria. A fare da ciceroni, insieme ai vertici dell’amministrazione comunale, lo studioso Fabio Maiorano e Gabriella Di Mattia, autrice del libro in cui si racconta laĀ scoperta, tra i graffiti in una delle baracche nel Campo78,Ā dello stemma dellāAustralian Commonwealth Military Force ( nota come The rising Sun, il sole nascente), che contribuisce a testimoniare cheĀ nel campo di Fonte dāAmore i detenuti non fossero solo inglesi, come finora si ĆØ ritenuto, ma anche australianiĀ clicca. Ā Una visita che il diplomatico ha definito emozionante, come ĆØ stato riferito nell’immediata traduzione, sostenendo che queste testimonianze, in riferimento ai graffiti sulle pareti di una baracca, gli hanno fatto capire che gli australiani hanno voluto fortemente lasciare una testimonianza della propria identitĆ , ecco perchĆØ si ĆØ detto convinto che fosse suo dovere venire a visitare questi luoghi.
Si ĆØ soffermato ad ammirare l’eremo di FrĆ Pietro da Morrone, che si vede dal campo nella sua suggestiva bellezza incastonato tra le rocce sul Morrone; ha poi ascoltato la storia di Celestino V, ha appreso dell’Abbazia di Santo Spirito e di quanto fatto dai cittadini stessi per cominciare a valorizzare quei posti.Ā “PiĆ¹ di 800 mila turisti australiani vengono ogni anno a visitare l’Italia” ha detto ai nostri microfoni l’ambasciatore (su traduzione di Di Mattia) “spesso visitano le cittĆ piĆ¹ note, come Roma, Firenze, Amalfi, non sapendo l’importanza di Sulmona, cittĆ che, oltre alla bellezza architettonica e culturale, ha anche questo incredibile patrimonio storico che lega l’Italia all’Australia. Sulmona ĆØ custode di una parte cosƬ importante della storia australiana” ha aggiunto, promettendo che farĆ di tutto “per promuovere il turismo, per invitare gli australiani a visitare Sulmona e questo sito storico cosƬ importante”. Ha commentato a margine della visita:Ā “sapere che quasi 500 australiani furono detenuti qui ĆØ per me una notizia dal valore storico inestimabile. Un fatto attraverso cui le relazioni tra Italia e Australia proseguiranno salde, proprio sulla base di questo legame scaturito dal Campo78, come se un tricolore bianco rosso e verde attraversasse l’italia per arrivare fino in Australia, dov’ĆØ ĆØ cospicua la presenza degli italiani. Gli uomini che arrivarono qui facevano parte dei cosƬdetti “Topi del deserto” e mio padre ha combattuto in quel teatro di guerra. Loro furono deportati in Italia e furono trattati qui con il rispetto delle convezioni internazionali che proteggono lo status dei prigionieri di guerra”. L’ambasciatore, prima di congedarsi,Ā si, ĆØ, infine, congratulato con il sindaco “per la sua straordinaria forza nel voler riportare in vita un sito cosƬ importante”.
FOTORACCONTO
l’arrivo al campo78 e la stretta di mano con i rappresentanti dell’esercito
la visita nella baracca in cui sono conservati i graffiti dei prigionieri australiani
il sito storico dialoga con l’eremo