“INTERSEZIONI EMOTIVE”, LA PITTURA DI RENA SALUPPO IN MOSTRA A PESCARA

Intersezioni emotive. E’ il titolo della mostra di pittura della sulmonese Rena Saluppo che sarà inaugurata Mercoledì 1 luglio alle 18, nella Sala Alambicchi dell’Aurum a Pescara e resterà aperta fino al 9 luglio. Oltre all’autrice interverranno l’Assessore al Comune di Pescara Paola Marchigiani, Marcello G. Lucci e Duccio Trombadori, autori dei testi critici del catalogo, nonché il curatore Silvio Formichetti. A meno di due anni dall’ultima personale di Sulmona, in cui Duccio Trombadori vedeva per metafora nelle opere di Rena «vele al vento (…) come una vivida parafrasi di marine immaginarie e però liricamente ricavate da un originaria e intensa memoria visiva», l’arte dell’autrice pescarese torna sulle sue marine, ma con un diverso corredo lirico e compositivo. Scrive infatti lo stesso Trombadori: «Oggi Rena moltiplica la sua ‘passione geometrica’, ripercorre la trama della visione in un più ricco contrappunto cromatico, e rilancia il valore della pittura come metafora dilatando lo spazio per zone di azzurro atmosferico intercalato da scintillanti dinamismi lineari». Secondo Marcello G. Lucci l’artista, «proveniente (…) dalla disciplina delle costruzioni, anche nella sua particolare propensione all’astrazione ha sempre perseguito l’equilibrio dei rapporti, il gioco pesato delle forme, in ultima istanza la sostenibilità compositiva, grazie ad una notevole capacità di analisi sorretta da chiarezza mentale di tipo istintivamente progettuale. Il lavoro del tutto afigurale (…) trova qualche contiguità con certo astrattismo concreto individuabile nell’opera dei torinesi Filippo Scroppo e Adriano Parisot. È il colore ad erompere dal piano pittorico con grande energia lì dove la forma indica percorsi interiori. (…) Anche in questo assolutismo cromatico si intravede una felice koinè con lo storico M.A.C., movimento di cui ancor oggi continuano espansioni a livello internazionale. Attualmente, nell’opera della Saluppo  le  intersezioni curvilinee si fanno ancor più articolate, dense, seguendo un ordine modulare non ripetitivo e preciso per quanto emotivo. Eppure, in tale complessità formale i piani prospettici sono sempre distinguibili, delineati con netto risalto e, pertanto, capaci di indicare splendide profondità. (…) Considerando cronologicamente l’intera produzione fino alle opere più recenti sarebbe ingeneroso non fare un piccolo, quanto significativo, riferimento al suo professore di “figura disegnata” della scuola media superiore: Alfredo Del Greco (1930 -1992)» la cui «dicotomia astratto/figurativa, probabilmente, deve aver segnato l’esperienza culturale di Rena, al punto che anche lei nelle opere ultime (…) ricerca e trova occasioni figurative allusive del corpo umano. Il tutto si configura in scenari fortemente dinamici, resi palpitanti dalla tipica astrazione sinuosa, divenuta più particolareggiata e ricca di definizioni formali ma attraversata da profili di corpi: talvolta danzanti, altre volte protesi in un abbraccio o in cammino; sempre immancabilmente in movimento>>