SOSTENERE PROGETTI DI GIOVANI LOCALI: AL VIA IL COWORKING DI “YEL NETWORK”

Dall’Inghilterra a sostegno dell’imprenditoria giovanile di Sulmona. Partirà tra due mesi circa l’iniziativa di coworking, negli spazi dell’ex caserma Pace, al fine di dare supporto alle nuove idee di giovani imprenditori che decidono di restare in città mettendosi in gioco. Protagonista del progetto, presentato questa mattina in conferenza stampa, è  “Yel Network”, l’associazione di promozione sociale, no profit, apolitica, che punta a creare una comunità di futuri imprenditori dotati di voglia di fare e di mettersi in gioco per realizzare i propri progetti, inseriti in una rete di supporto reciproco che sia apolitica. A sostenere l’ambiziosa iniziativa, in partecipazione con il Comune, sono due organizzazioni no-profit inglesi L‘Enterprise Foundation e la Good Business Alliance guidate dal presidente Gordon Patrick D’Silva, imprenditore e filantropista inglese, (investitore a Sulmona di un’attività chiamata Legacy Casa Residencia), presente oggi insieme ai componenti dell’associazione, Mariadora Santacroce, curatrice dei rapporti tra Yel e imprenditori, la quale ha moderato l’incontro, Stefano Pallozzi, direttore delle attività del nuovo centro che sorgerà, Giulio Garzisi, che fornire supporto allo sviluppo d’impresa, i consiglieri comunali del Pd, Maria Ciampaglione, Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, che, attraverso una mozione in Consiglio comunale, appoggiano il progetto (clicca)  Tra i soci anche Andrea Maggi, web designer, Riccardo Giammarco, mentore e Valeria De Panfilis, vicepresidente dell’associazione, tesoriere e segretario.

“Misureremo il nostro successo in base al numero di idee che riusciremo ad appoggiare e sviluppare, fieri di avere aiutato a creare nuovi posti di lavoro” hanno spiegato i protagonisti, illustrando il coworking, uno spazio per lavorare insieme, così da poter crescere, sviluppare i propri progetti dando ai giovani la possibilità di restare in questo territorio”.  Concentrandosi su tre settori, quali Turismo (ospitalità, enogastronomia e arte), Tecnologia e e-commerce (miglioramento conoscenze informatiche) ed Ambiente (energia e gestione rifiuti), l’associazione (i cui componenti, tesserati, dovranno fornire una tariffa minima) fornirà consulenza professionale e finanziaria, “come se fornissimo un prestito all’azienda associata  in fase di start-up, che, nel momento in cui sarà avviata, potrà restituire non sotto forma di denaro, ma di servizi di volontariato nel centro” hanno precisato i protagonisti. L’intento sarà quello di supportare la partenza dell’azienda o del progetto dei giovani locali: “trovare finanziatori o produttori, nel caso in cui l’idea necessiti di chi la produca, sarà fornita pianificazione strategica necessaria ad ogni impresa che si trovi in fase di avviamento, con corsi di inglese, interventi di imprenditori di rilevanza internazionale, con periodi di apprendistato all’estero e potenziale accesso a finanziamenti internazionali” come hanno precisato i soci.

Al primo piano della caserma Pace saranno allestiti: una stanza con due meeting room, un’ aula per eventi e corsi, 30 postazioni di lavoro e un locale per l’accoglienza (reception). “Spero che i giovani approfittino di questa occasione” ha affermato il consigliere comunale Ciampaglione, spiegando che in futuro l’intenzione sarà quella di proseguire questa iniziativa nell’individuare ulteriori spazi in città. “Trovare questi locali non è stato facile ma ritengo importante l’iniziativa che porta avanti l’ associazione apolitica. Ritengo che si debba istituire a fine anno un premio per le imprese partecipanti” ha commentato il consigliere comunale Alessio Di Masci.

A spiegare la motivazione del sostegno all’attività da parte delle organizzazione inglesi è il presidente inglese D’Silva, il quale ha ricordato di aver conosciuto l’Abruzzo nel 2008, quando nel suo ristorante a Londra fu organizzato un evento gastronomico con 20 produttori abruzzesi, ritenendo che era necessario il marketing affinchè le eccellenze della nostra terra fossero conosciute all’estero. “Sono rimasto sorpreso e arrabbiato quando ho scoperto che il 70% della disoccupazione giovanile qui è una realtà. E’ inaccettabile. E’ necessario evitare l’emigrazione dei giovani talenti: causa dell’impoverimento del territorio” ha detto nella sua lingua (avvalendosi della traduzione del giovane sulmonese) “Ho incontrato i soci di Yel e mi sono reso conto dell’importanza del progetto”.

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