OLTRE LA NEVE

di Roberto Bezzu Escursioni free ride con mezzi battipista. Così recita la pubblicità di una località turistica apparsa su una rivista abruzzese per promuovere i propri impianti di risalita. I quali evidentemente non sarebbero tanto adeguati vista la necessità di un gatto delle nevi che porti gli sciatori in quota, passando però accanto a tralicci di un vecchio impianto di risalita ormai abbandonato da decenni e che ormai ha la sola funzione di provocare enfatiche dichiarazioni sulla prossima ristrutturazione e riapertura di questo impianto con notevoli investimenti di denaro. E poi ci sono viticoltori, definiti “eroici”, che hanno cominciato a impiantare vigne a quote una volta impensabili, ma ora con molte possibilità di successo visto l’evidente aumento delle temperature anche in inverno. Dopo la forte crescita del turismo invernale negli anni passati e un conseguente sviluppo degli impianti a fune, i mutamenti climatici, oltre alle crescenti difficoltà economiche, stanno portando molte località sciistiche dell’arco alpino a riconsiderare l’industria del turismo montano non più imperniata sulla monocultura dello sci ma su una diversificazione dell’offerta turistica. Uno studio della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (www.cipra.org/it) prevede per i prossimi trent’anni un aumento della temperatura media annua di 2°C con la conseguenza che le stazioni sciistiche sotto i 1500 metri di altitudine non avranno più la garanzia di innevamento naturale. Ciò comporterà l’adozione di strategie di adattamento tecniche da parte degli stessi impianti come la manutenzione più accurata delle piste, un maggiore innevamento artificiale laddove le temperature lo permettano, la concentrazione degli esercizi sciistici sui pendii esposti a nord evitando quelli con esposizione a sud. Ma soprattutto l’adozione di misure non tecniche legate alla presenza o meno della neve, come la diffusione dell’escursionismo invernale ed estivo, la valorizzazione del patrimonio naturalistico a cominciare dalle aree protette, il miglioramento della ricettività alberghiera, la riscoperta di percorsi storici, l’abbinamento delle escursioni all’enogastronomia locale, un migliore sistema di trasporti, l’allungamento della stagione turistica anche alla primavera ed all’autunno. Tutto ciò naturalmente non può prescindere da un intervento di finanziamenti pubblici anche rivolti all’intercessione per l’ottenimento di crediti agevolati (fondi FAS?).