TRADIZIONI, TORNA LA “SERENATA DI CAPODANNO”: CANTO AUGURALE TRA I VICOLI DI PETTORANO (video)

Torna anche quest’anno a Pettorano sul Gizio, la “Serenata” di Capodanno, un canto augurale itinerante che, come da antica tradizione, anima i suggestivi vicoli di uno dei Borghi più Belli d’Italia, nella notte di San Silvestro, dal castello Cantelmo, sotto le finestre di amici e parenti, fino all’alba del nuovo anno. Pronta la canzone, diversa di anno in anno, per la nuova manifestazione canora, che  da qualche decennio è promossa e organizzata dall’Associazione culturale “Pietro De Stephanis”. Un assaggio della Serenata per il Capodanno 2014 sarà possibile gustarlo domenica 15 Dicembre, alle 18, nella sala conferenze di Palazzo Cantelmo, quando i cantori del Concertino cominceranno le prove del nuovo motivo e “ripasseranno” quelle degli anni precedenti. “La Bella canzone”. Questo il titolo della Serenata, opera di una coppia di autori collaudata negli anni passati: Marco Del Prete, che firma il testo, e Michele Avolio, che ha composto la musica. Anche quest’anno allo scoccare della mezzanotte del primo gennaio Michele Avolio e il gruppo dei DisCanto accompagneranno i cantori per la strade del paese per augurare buon anno a tutti i pettoranesi. Non è necessario essere dei musicisti o cantanti professionisti per partecipare al Concertino, spiegano i memebri dell’associazione, “è sufficiente che  piaccia questa bella tradizione pettoranese o che la si voglia far continuare a vivere”.

A Pettorano, la notte di San Silvestro la gente continua ad uscire di casa e a ritrovarsi sulle strade per ascoltare la canzone e cantarla. E nella folla sempre diversa, che si aggrega e disgrega liberamente, a volte fino alle prime luci dell’alba, riaffiora il sentimento immemorabile della festa popolare come rito comunitario e augurio corale, di tutti a tutti.

LA STORIA  DELLA SERENATA DI CAPODANNO A PETTORANO

Come documentato dalla associazione culturale “Pietro De Stephanis”, la tradizione affonda le radici in un passato antichissimo e si lega direttamente ai “canti di questua” diffusi nei contesti rurali di tutta Europa. Sulla base degli scritti dello storico Pietro De Stephanis, l’associazione ha documentato che a Pettorano “un tempo le serenate erano almeno due: quella degli artigiani e delle famiglie “civili”, in lingua, e quelle delle donne contadine in dialetto”. Erano versi semplici, in ottave, che si ripetevano – sempre uguali – anno dopo anno. Nel 1890 Gennaro Finamore confermava quanto descritto qualche decennio prima dal De Stephanis scrivendo che “nella sera della vigilia, dall’Avemaria fino ad ora tarda, le donne, in brigatelle, vanno in giro nel paese, cantando auguri senza accompagnamento di strumenti musicali“. La canzone, cantata con le bocche accostate al buco della serratura, si chiudeva con l’augurio di buon anno. La mattina dopo, le comari tornavano nelle case dove avevano lasciato la bona nova e ricevevano la strenna in beni di natura. Nel Capodanno del 1925, alla canzone delle donne e all’ottava degli “artigiani” si aggiunse (e via via le sostituì entrambe) una Serenata d’autore, eseguita da un apposito Concertino, tenuto a battesimo da Silvio Setta (1901 – 1987) e Pasquale Carrara (Pettorano Sul Gizio 1907 – USA 1960, circa). Sul finire degli anni ’40, agli inizi del secondo grande esodo migratorio che ha svuotato il paese, a Carrara successe come paroliere Giuseppe Monaco, mentre Setta continuò ad organizzare coro e orchestra e collaborò alle iniziative seguenti con musiche di sua composizione, fino alla morte.

Nel corso del decennio ‘50-’60, in un paese sempre più spopolato, la tradizione della Serenata di Capodanno sembrò venir meno e spegnersi. Negli anni ’70 fu tuttavia ripresa, con larga e intensa partecipazione di popolo, proprio da Giuseppe Monaco, eccellente suonatore di violino, e in seguito continuata con entusiasmo dal fratello Vittorio.

A partire dagli anni Novanta nuovi autori affiancarono Vittorio Monaco nella composizione dei testi e delle musiche mentre l’associazione “De Stephanis” si fece carico degli aspetti organizzativi.

Da allora giovani pettoranesi e non pettoranesi hanno offerto un contributo notevole al Concertino, con parole e musiche di pregevolissima fattura, grazie ai quali non si è mai perduto il gusto di cantare e di augurarsi con le note un felice Anno Nuovo. Il Concertino ha potuto quindi  perpetuare fino ad oggi la tradizione, rinnovandola e adeguandola ai tempi. Ma anche cosi rinnovata, la Serenata di Capodanno è rimasta fino ad oggi «Serenata di notte antica». 

foto da siamoabruzzesi.net

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